L’email marketing, nonostante si tenti di fargli il funerale ogni anno a favore del social di turno, non muore mai.
Si evolve, cambia nei modi e nelle strategie, ma non cambia la sua importanza.
Una ricerca di Marketo, compagnia americana, ha stimato che la mail è fondamentalmente il motivo principale per cui un utente si collega in rete.
L’email marketing resiste, perché in grado di superare ogni tipo di barriera: da quella anagrafica a quelle culturali. E rimane il protagonista incontrastato in fatto di ROI. Nonostante qualcuno abbia provato a prevedere che l’email marketing sarebbe dovuto perire sotto i colpi di tweet, post, repost e pin.
E’ innegabile che i Social Media abbiano avuto una grande crescita dalla loro nascita, fin ora, ma è anche vero che esistono svariate piattaforme dedicate a diverse tipologie di utente, fascia di età, interessi… e questo non fa altro che frammentare i bacini di utenza. Mentre fondamentalmente l’email la leggono ancora tutti. Tant’è che si stima che nel 2020 verranno inviate qualcosa come 307 miliardi di email al giorno, contro i 247 miliardi del 2010.
L’email marketing nel 2020, nuove tendenze in arrivo
Una volta appurato che l’email marketing non è agonizzante, tutt’altro, vediamo 4 possibili trend per il 2020:
- User Generated Content,
- Responsive Interactivity,
- Accessibilità,
- Automazione.
UGC: User Generated Content
UGC, User Generated Content: performa meglio nelle mail! Per User Generated Content (in tricolore: contenuto generato dagli utenti) si intende qualsiasi contenuto – come video, immagini, testi o anche blog – che è stato creato dai clienti finali stessi. Esempi? Selfie con in mano un determinato prodotto o un podcast …
Questi contenuti creano un alto grado di coinvolgimento, perché la percezione è quella di una comunicazione più vera e genuina rispetto ad una creatività studiata e realizzata a tavolino. Questo darà sempre un senso di autenticità migliorando direttamente le conversioni.
3DCart riporta che l’82% degli utenti considera estremamente utili le recensioni dei clienti, e il 70% di questi è alla ricerca di recensioni da valutare in fase di acquisto.
Chi poi è iscritto ad una newsletter dimostra una probabilità 3 volte maggiore di condividere i contenuti ricevuti sui social media rispetto ai lead provenienti da altri canali.
Interattività e coinvolgimento
Lo sanno anche i sassi: mobile first! Lo si ripete da qualche anno ormai. Nell’autunno 2017 si è registrato il sorpasso delle aperture da mobile, il trend è sempre andato a salire per cui ci aspettiamo che nel 2020 le percentuali saranno molto più sbilanciate che mai verso il mobile.
Per cui se normalmente una DEM deve lottare non poco per giungere al suo obiettivo di portare alla conversione, figuriamoci i problemi se questa non è nemmeno responsive.
Ma non solo, sarà sempre più importante (per cui bisogna iniziare subito) integrare responsive, interazione, ux design e microcopy.
Nel futuro più prossimo l’intenzione sarà quella di promuovere l’engagement e impedire che gli utenti abbandonino per poco coinvolgimento.
Quindi cosa vedremo sempre più spesso nel 2020?
- CTA animate, effetti a rollover per mostrare le offerte di prodotti
- Caroselli di immagini e prodotti interattivi controllati dagli utenti
- Inserimento di accordion per favorire la leggibilità anche delle mail long-form
- Sondaggi, votazioni
- UCG interattivi.
Accessibilità
Secondo l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), le persone affette da disabilità visive nel mondo sono circa 1,3 miliardi, 36 milioni di queste sono considerate cieche.
E’ un dato non da poco, per cui è bene pensare a questa tipologia di utenti che utilizzano sistemi di lettura basati sul testo, quindi costruire le comunicazioni di conseguenza, evitando troppe immagini (che rischiano in ogni caso di non essere viste a causa dei vari blocchi dei provider).
Mantieni il testo delle tue mail breve e focalizzato. Vai al dunque. Secondo una ricerca Litmus l’intervallo di attenzione medio su una mail arriva ad un massimo di 13,4 secondi in un adulto medio.
Il copy ideale non dovrebbe superare le 50 parole, per cui utilizza frasi brevi, limita le parole di comprensione non immediata, crea contenuti globalmente fruibili (non troppo specifici a meno che si tratta di comunicazioni altamente targettizzate).
Passate a un design accessibile, ovvero con utilizzo non spropositato di immagini, ma una progettazione che lasci maggior spazio al testo in HTML.
Ultimo ma non ultimo, la maggior parte delle tecnologie assistive si basa soprattutto sullo scanning del codice HTML. Per questo alla base di una mail accessibile c’è soprattutto un codice scritto bene.
Tra gli elementi che contraddistinguono un codice scritto bene ci sono:
- Tutte le immagini corredate di ALT text
- Tabelle HTML accessibili agli screen reader
- Lingua specificata nel codice HTML
Ricorda: aumentare l’accessibilità e l’usabilità di una mail non è solo un doveroso atto di inclusività ma anche un modo sicuro per aumentare il ROI.
Automazione
Il prossimo decennio potrebbe essere cruciale in ottica dell’utilizzo dell’email automation.
I servizi di marketing in cloud si sono armati di una poderosa quantità di dati e potenza di processi, saranno in grado di elaborare modelli statistici sempre più complessi che spianeranno la strada al machine learning e all’automazione.
La segmentazione automatizzata più intelligente porterà a maggiori prestazioni, personalizzazione e accessibilità.
L’automazione dei report renderà sicuramente più facile e snello il lavoro dei marketers, ridurrà i costi e aumenterà ancora di più il ROI di un canale che è già svetta da quel punto di vista.
Concludendo
Il panorama dell’email marketing viaggia alla stessa velocità degli sviluppi tecnologici. Quindi i progressi consentiranno ai professionisti di migliorare considerevolmente in fatto in interazioni, di essere più precisi nei report, e magari anche di migliorare la qualità dei contenuti dell’inbox degli utenti.
Se hai bisogno di approfondire l’argomento contattaci!
Commenti recenti