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Due passi verso Milano: metterci la faccia e interrompere il flusso

Due passi verso Milano: metterci la faccia e interrompere il flusso

Di ritorno dai “Due passi” per l’inaugurazione interna dei nuovi uffici, scrivo questo post con un duplice scopo (che non si fa mai – focus! focus! focus! – ma mi hanno concesso licenza poetica): raccontare brevemente com’è andata e condividere una prima valutazione sull’inaspettata viralità dell’iniziativa.

In molti effettivamente ci hanno chiesto a riguardo, qualcuno via mail e al telefono, un paio persino durante incontri di lavoro. Segno che in qualche modo, tra blog e social, il messaggio è passato. Poi è successa una cosa che non mi sarei proprio aspettato, il post dei “Due passi” è stato quello più condiviso su Linkedin dall’inizio delle nostre pubblicazioni… di seguito cerchiamo di capirne il motivo e come sfruttare la cosa in ambito eCommerce (eh si, deformazione professionale).

A piedi dai nuovi uffici di Cernusco sul Naviglio fino al Duomo di Milano

Com’è andata? Beh, di certo a piedi 🙂 e poi… bene, direi molto bene. Siamo partiti dall’ufficio in 9 (d’altronde qualcuno doveva pur lavorare, no?) e arrivati a destinazione in 4, come si addice alle migliori maratone. Poi in Duomo, per l’aperitivo, siamo magicamente diventati 6. Quando c’è da bere o mangiare…

E’ stata una camminata divertente, durante la quale abbiamo incrociato diversi sguardi curiosi. In una giornata praticamente primaverile, baciati dal sole, abbiamo approfittato per una piacevole chiacchiera tra tutti i colleghi fuori dalle mura dell’ufficio, un momento di condivisione e conoscenza un po’ atipico per parlare poco di lavoro e molto più di altro. Grazie a chi ha partecipato e a chi ci ha in qualche modo stimolato e seguito da lontano o da fuori.

Uno dei post più condivisi del nostro blog aziendale: perché?

Durante la camminata parlavo con Mario dello strumento blog quale veicolo di autorevolezza e indirettamente di generazione prospect (sì, funziona) da cui un pensiero sui numeri del post “Due passi”. Niente di che, ma per un blog aziendale e per il target al quale si rivolge, si tratta comunque di un piccolo importante caso da analizzare: oltre 100 condivisioni su Linkedin, un social che di questi temi ha ben poco. Da considerare infatti che – ironia della sorte – abbiamo erroneamente pubblicato il post su Facebook solo più avanti nel tempo. Così ci siamo chiesti il motivo, visto che gli Insight indicano il quanto ma non il perché, e siamo arrivati a due conclusioni: metterci la faccia e interrompere il flusso. Cose che peraltro abbiamo consigliato, sperimentato e misurato con i nostri clienti durante lo Store Management di eCommerce, ma su noi stessi… non l’abbiamo fatto apposta, insomma è capitato. Come la scoperta della Nutella! 🙂

Metterci la faccia

Quanto è importante dimostrare che dietro un sito o un eCommerce ci sono persone? Nel tradizionale ci provano in tanti, con finalità e modalità differenti: “Conad, persone oltre le cose”, i mitici Ennio Doris e Giovanni Rana, ma non si tratta mai di una nicchia… è un metterci la faccia diverso. Su un sito istituzionale o un eCommerce possiamo dimostrare con poco sforzo una presenza concreta, fisica, reale (quante volte diciamo “virtuale” invece che “digitale”? Di per sè nel primo caso stiamo comunicando che… quella cosa non esiste!). Un numero di telefono fisso e una mail, delle foto nelle pagine decisionali, un “tono di voce” informale, un punto di vista personale. Possiamo comunicare benissimo le competenze, ma poi le aziende si scelgono anche i rapporti, la dimostrazione di affidabilità, le persone insomma… quelle real, quelle che camminano. Anche fino al Duomo di Milano 🙂

Per questo nostro cliente eCommerce, la strategia di stimolare un rapporto personale (il tu e l’io, le immagini, l’invito a chiamare ovunque ecc.) proprio come in una bottega di paese, ha fruttato quasi il 10% degli ordini annuali, oltre una maggiore conversione alla vendita dovuta alla capacità dell’operatore:

Amazon lo fa? Zalando lo fa? No, non possono, perché dietro (purtroppo o per fortuna) ci sono numeri non “facce”. Lo fanno – e bene – sul post ordine, prima non converrebbe. Comunicare questa cosa è quindi un importante elemento di differenziazione, anche rispetto i competitor e soprattutto in alcuni settori. E’ un costo? Sì, perché metterci la faccia non significa solo caricare una foto, ma offrire una relazione e quindi del tempo di qualità (la risorsa più scarsa, ancor più scarsa di un budget euro), ciò che occorre misurare è l’eventuale beneficio. Se c’è allora conviene.

Interrompere il flusso

Questo blog pubblica circa 100 post l’anno, grazie a un piano editoriale piuttosto serrato, ed è uno dei canali di visibilità dell’azienda. I temi principali sono quelli della Consulenza eCommerce, della Lead Generation e del Digital Marketing. A volte parliamo di eventi, di creatività o di sviluppo, ma sempre inerenti il settore Digital o uno dei temi principali, ovviamente per mantenerci in target visitatori e SEO.

Poi arriva una piccola novità che rompe il flusso comunicativo, dove ci si mette un po’ a nudo, giocando anche con l’informalità. Qualche foto del “dietro le quinte” perché siamo tutti curiosi, un’idea tanto semplice quanto sopra le righe (vorrei esserci, ma sai il mercoledì alle 15:00…) ed è subito anni 2000 con la reazione che avevamo per il calcio Balilla nelle agenzie (peraltro abbiamo una certa anzianità di servizio, dato che qui in ufficio c’è ancora :-D).

Insomma, non essere mai soddisfatti e sperimentare sempre per uscire un po’ dagli schemi potrebbe essere un bel mantra. Con un eCommerce che gestiamo lo abbiamo fatto pensando semplicemente a cosa c’è di “standard” in una comunicazione di mail marketing rivolta al database clienti. Pensateci anche voi… la creatività. Ha sempre un layout grafico, d’altronde si chiama creatività! 🙂 Ma ragionando CON creatività invece che SULLA creatività abbiamo proposto una mail testuale. Risultato? La DEM qui sopra è quella che ha venduto di più in assoluto nella storia dello shop fino a quel momento. Rompiamo il flusso, sperimentiamo.

E voi, cosa ne pensate?

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