L’email marketing non è spamming!
…è ciò che recita una delle tante piattaforme di invio dem che utilizzo.
Non è vero solamente su un piano aulico. E’ esattamente quello che pensano i nostri lettori, ed i loro provider, ovvero le loro caselle di posta.
Questo articolo non sarà di carattere tecnico, ma è giusto introdurre l’argomento partendo da questo punto, perché qualsisasi sforzo creativo poi diventerebbe vano davanti ai posti di blocco imposti da Hotmail, Yahoo e compagni.
Se ci occupiamo di mailing “di massa”, ovvero dobbiamo monetizzare un database di utenti variegati (quindi non l’utenza verticale di un eCommerce ad esempio) dobbiamo pensare che i nostri utenti ricevono parecchie mail e non solo da noi, per cui bisogna essere discreti ed efficaci allo stesso modo. Bisogna essere capaci, in definitiva, di avere sia la botte piena che la moglie ubriaca.
Mantenere alti tassi di apertura equivale a mantenere valori alti di reputazione presso i provider. Vale quindi, al giorno d’oggi, quasi più dei contenuti stessi… ok ho un po’ forzato, ma mai come adesso, con l’evoluzione delle contromisure anti spam, ci rimettiamo pure noi e voi, che cerchiamo di mettere al primo posto la qualità, se non stiamo più che attenti.
Strategia
Per prima cosa bisogna capire cosa interessa ai nostri utenti. Inviare comunicazioni non interessanti “tanto per” ci tornerà indietro come un boomerang. La scocciatura dell’utente si può trasformare in una dannosa segnalzione di SPAM. Un disiscritto non produce danni anzi, questa persona autoeliminandosi, aiuta a mantenere il database pulito. Nella speranza che, prima di disiscriversi, non ci segnali come spammatori.
Per cui è saggio profilare il database (ogni piattaforma di emailmarketing ha i propri strumenti a riguardo) per poter estrapolare i segmenti più predisposti a ricevere i nostri messaggi. Per un dettaglio maggiore sul discorso profilzione puoi leggere questo articolo.
Creatività
Una volta intercettato il target adatto è bene avere la certezza di puntare su contenuti interessanti. Come per una persona non basta avere un aspetto affascinante se poi appena apre bocca… ci siamo capiti.
Una campagna email efficace non può mancare di un oggetto che stimoli la curiosità per stimolare le aperture; e contenuti chiari, pertinenti e CTA facili da cliccare per portare l’utente sul sito/landing/etc a (cercare di) concludere l’azione desiderata.
Se siete voi a produrre le vostre creatività è tutto più facile, o meglio, vi rimane comunque il 100% della scelta perché il processo creativo è tutto in mano a voi. Se veicolate campagne da partner esterni o centri media allora vale la pena spendere del tempo in discussioni per far valere la vostra opinione riguardo alla bontà dei contenuti.
“La campagna è buona ma questo oggetto non centra niente, posso cambiarlo?”
oppure
– “Esiste una versione della dem con la CTA più in vista e magari nella parte alta?”
– “No ma facciamo presente al cliente” etc etc…
Ho già parlato in dettaglio delle best practice per la produzione di dem.
Misurazione
Possiamo migliorare solo ciò che possiamo misurare.
Come misuriamo poi le prestazioni delle nostre campagne? Andando a studiarne i KPI. I KPI, come spiegato in quest’altro articolo sono indici di prestazione che servono per capire la bontà della campagna. In linea generale possiamo individuarne 5: percentuale di click, tasso di conversione, frequenza di rimbalzo, tesso di crescita e ROI complessivo ma ognuno può individuare i propri KPI in base alle proprie esigenze.
Quindi
Per migliorare l’efficacia delle nostre campagne dobbiamo aver sempre sott’occhio certamente la qualità dei materiali che inviamo e il target di riferimento. Non solo per migliorare l’efficacia della campagna stessa ma anche per cercare di non produrre traffico indesiderato, letale per la reputazione dei nostri sistemi di invio. Poi bisogna diventare bravi nel misurare l’efficacia dei nostri invii, scegliendo i KPI giusti ed effettuando misurazioni e report costanti.
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