Oggi parliamo di un aspetto un po’ ai margini della composizione delle email commerciali, DEM o newsletter che siano: Il footer.
A cosa serve il footer
Da un punto di vista strettamente commerciale, di performance, sta all’ultimo posto. Anche fisicamente parlando sta in fondo. Ma un footer fatto bene può risolvere alcuni fastidi nella gestione degli utenti. Sappiamo bene che i problemi più grossi, dalla reputazione degli ip sender, ai reclami pesanti, arrivano dagli utenti. Quindi il footer ben organizzato è ciò che può iniziare a provare a sistemare parte dei problemi.
E’ una questione che riguarda di più chi si occupa della monetizzazione di database, non riguarda (non dovrebbe) chi gestisce la lista del proprio e-commerce. Ad ogni modo vale la pena fare un check per vedere se il proprio footer non presenta lacune.
Analizziamo un footer
Intanto inventiamocene uno con dati fittizi.
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La prima domanda che si fa l’utente è “perché ricevo queste pubblicità?”, magari con altre parole non riferibili. Ma noi diciamocelo, per quanto possiamo voler bene al prossimo, non possiamo assecondare ogni utente smemorato perché, scava scava, alla fine viene fuori che questo si è iscritto in mille siti e non si ricorda più. Forniamogli subito le risposte…
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Normalmente un utente di Zalando non si fa troppe domande quando riceve email da Zalando, ma quando inizia a ricevere email qualsiasi da mittenti qualsiasi (è questo il suo percepito) vale la pena ricordarglielo:
“Ehy ti ricordi quando hai partecipato a quel concorso Vinci Una Ferrari diversa per ogni giorno della settimana? Ecco tra i vari flag che hai spuntato c’era quello dove accettavi di ricevere pubblicità da terzi, siamo noi!”.
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Spieghiamo subito chi siamo, con dati veri (ovviamente) perché in questo modo, se l’utente in prima battuta sa chi maledire, in seconda battuta in realtà inizia a tranquillizzarsi perché intravvede un’azienda, quindi persone vere dall’altra parte, quindi serietà. Dimenticavo: è obbligatorio.
Ora, una volta detto perché riceve email e chi siete, bisogna dare la possibilità di interrompere la ricezione delle email indesiderate.
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Dove il link del sito porta effettivamente al sito, e quello di disiscrizione ovviamente porta alla vostra procedura di disiscrizione, perché ne avete una funzionante, vero? Avremo possibilità più avanti, in un novo articolo, di analizzare tutte le possibili modalità di disiscrizione in base al vostro tipo di lista, ma in linea generale per ora è importante capire che la procedura deve essere snella e facile. Un click senza ulteriori conferme è il metodo più facile.
Puoi consultare l’informativa sulla privacy cliccando qui. Per maggiori informazioni puoi contattarci via email.
E’ obbligatorio inoltre fornire direttamente il link alla vostra privacy (abbiate certezza che sia completa in ogni parte) e un indirizzo email diretto al quale l’utente si può rivolgere per un supporto attivo, e possibilmente in tempo reale senza farlo attendere troppo.
Footer: varie ed eventuali
E’ possibile inserire nel footer una serie di contenuti anche di carattere tecnico, indirizzati a migliorare le performance della lista.
- MIRROR-LINK (o versione web). Di solito lo si trova in alto, in zona preheader (vi rimando a quest’altro articolo) ma non è vero al 100% che debba rimanere lì. Se siete in grado di organizzare il preheder in maniera efficace, potete lasciarlo là in cima. Se per qualsiasi motivo, vedi creatività mono-jpg a tutto schermo senza possibilità di intervenire, allora ha senso metterlo nel footer. Nel footer potete in verità metterlo sempre, perché non dà alcun fastidio. Meglio uno in più che nessuno.
- AGGIUNGICI. Si sa che chi è presente nelle rubriche dei destinatari ha meno possibilità di finire in spam. Non dico zero possibilità, perché basta inserire nel body delle email le peggio cose per sfatare anche questo mito.
…per concludere
Abbiamo visto oggi come gestire il footer della nostra lista di email marketing, per renderlo parte attiva ed utile. Per domande e curiosità a riguardo, non esitare a contattarci.
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