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Instagram: 5 falsi miti a cui smettere di credere

Instagram: 5 falsi miti a cui smettere di credere

Negli ultimi anni Instagram ha abituato i suoi utenti a non abituarsi a nulla: dai like, passati da strumento principale a funzione nascosta, alla guerra ai bot, inizialmente tollerati, fino alle nuove funzionalità che periodicamente stupiscono gli utilizzatori della piattaforma.

I continui aggiornamenti e la crescita in ottica business oriented di Instagram impongono l’esigenza di tenersi sempre aggiornati sul funzionamento dell’algoritmo, evitando di perseguire i falsi miti che, in alcuni casi, si sono ampiamente diffusi.

Dopo aver raggiunto, nel 2019, il miliardo di utenti attivi nel mondo e 19 milioni di utenti attivi in Italia, Instagram si riconferma come social in continua ascesa: tanti sono i marketer e le aziende che usano con grande profitto questo canale per aumentare le vendite, creare engagement e awareness per servizi e prodotti.

Hai un profilo Instagram per il business e vuoi migliorarlo? Smetti subito di seguire questi 5 falsi miti, per iniziare!

I 5 falsi miti di Instagram

Tra le false convinzioni che si sono radicate rispetto a Instagram potremmo elencarne tantissime, ma abbiamo deciso di concentrarci su 5 punti assolutamente da conoscere per migliorare subito le tue strategie sul social delle immagini:

  1. Non tutti gli elementi del profilo concorrono a categorizzarlo
  2. Utilizza solo hashtag popolari
  3. Le stories non sono fondamentali
  4. Su Instagram esiste un solo feed
  5. E’ meglio sponsorizzare direttamente su Instagram

Vediamoli uno per uno e scopriamo più nel dettaglio di cosa si tratta.

1. Non tutti gli elementi del profilo concorrono a categorizzarlo

Il concetto di categorizzazione è un elemento indispensabile per qualsiasi profilo Instagram: si tratta di un processo di riconoscimento che Instagram opera per capire quali temi tratta un profilo e come posizionarlo nel social. Per questo motivo è fondamentale, soprattutto per i profili business, costruire un profilo che renda subito chiaro di cosa tratta: questo è un vantaggio importante sia agli occhi del social che degli utenti.

La categorizzazione non è una novità, ma un errore molto comune riguarda la conoscenza di quali aspetti vengono presi in analisi da Instagram per effettuare questa analisi. Solitamente, infatti, si tende a sottovalutare la quantità di informazione che Instagram riesce a estrarre dai profili.

Attualmente, le fonti di informazione principali che Instagram utilizza sono soprattutto:

  • bio: anche la bio viene utilizzata nella categorizzazione del profilo, dalle parole utilizzate agli eventuali hashtag inseriti. La tua è ottimizzata al meglio?
  • profili seguiti: anche i profili che vengono seguiti influiscono sulla categorizzazione. Per questo motivo è strategico limitare il follow ai soli profili in linea con quanto trattato;
  • hashtag utilizzati e contenuti: gli hashtag sono etichette pensate proprio per categorizzare i contenuti, ecco perchè bisogna scegliere con estrema cura e pertinenza quelli da utilizzare per i propri post.

Come capire se il proprio profilo è categorizzato correttamente? Nella sezione “Esplora” compariranno contenuti specifici e in linea con il tema intorno al quale ruota il profilo.

2. Utilizza solo #hashtag popolari

Questo falso mito, sostenuto da molti, suggerisce che l’utilizzo di soli hashtag popolari possa portare la giusta visibilità.

In realtà, questa strategia non è corretta perchè Instagram consente ai profili di guadagnare visibilità solo in modo progressivo: ottenere visibilità sugli hashtag più popolari richiede tempo e lavoro. Per questo motivo, la strategia migliore è partire da hashtag di minori dimensioni che consentono più facilmente di essere visibili nella sezione “esplora”.

Le strategie più accreditate suggeriscono di selezionare 30 hashtag (numero massimo consentito) per i post selezionandoli tra piccoli, medi e grandi, intendendo:

  • piccole dimensioni: dai 100.000 ai 999.999 post taggati
  • medie dimensioni: da 1 milione a 4.9 milioni di post taggati
  • grandi dimensioni: più di 5 milioni di post taggati

Alcuni esperti sostengono che la divisione ideale sia 10/10/10, equilibrata tra le diverse grandezze, mentre altre teorie sostengono che sia meglio utilizzare 15 hashtag piccoli, 10 medi e solo 5 grandi, per poter acquisire visibilità prima su hashtag minori.

Un ulteriore elemento da tenere a mente è il business di riferimento: se il mercato e I servizi offerti sono rivolti solo al mercato italiano è necessario valutare l’utilizzo di hashtag in lingua italiana, per assicurarsi di rivolgersi alla giusta audience e non solo a un ampio pubblico che può dare visibilità ma non portare risultati.

Non dimenticare di controllare l’andamento dei tuoi hashtag da Instagram Insights fino a 7 giorni per i post e 14 giorni per le storie, ma sono presenti anche sistemi di terze parti per ottenere dati e statistiche più approfonditi.

3. Le stories non sono fondamentali

Mentre viene dedicata ancora molta attenzione al feed e ai post, sono ancora molte le aziende che ritengono che le stories non siano fondamentali: questo è un grande errore perché:

Le stories non sono più una scelta, ma un elemento fondamentale della comunicazione di un brand.

Le stories sono uno degli strumenti che genera maggiore engagement su Instagram: si pensi che una storia su cinque riceve un messaggio diretto dalle persone che lo visualizzano. Per il business, le stories non sono meno importanti: si stima che un terzo delle storie più visualizzate siano realizzate dalle aziende.

Uno strumento utile e molto vario da includere definitivamente all’interno della propria strategia Instagram.

In merito alla frequenza, si stima che dovrebbero essere pubblicati almeno 5-8 fotogrammi al giorno, nei momenti in cui la propria audience utilizza maggiormente il social.

4. Su Instagram esiste solo un feed

Spesso è facile dimenticare come Instagram sia molto più di un social utile per condividere immagini e video nel feed: ad oggi infatti sono presenti ben 3 feed su Instagram ed è fondamentale conoscerne le peculiarità per sfruttarle al meglio.

Il primo feed di Instagram è il feed in cui vengono condivisi i post, le immagini e video, il secondo feed è relativo alle storie, mentre il terzo feed è IGTV, la Tv di Instagram.

Questi 3 feed possono e devono essere utilizzati in modo distinto: se, ad esempio, un profilo tratta più temi, è possibile dedicare ciascun feed a un tema, perseguito con coerenza e linearità.

5. E’ meglio sponsorizzare direttamente da Instagram

Instagram offre l’opportunità di sponsorizzare contenuti direttamente dall’applicazione con l’opzione “Promuovi”.

Con questa funzione è possibile impostare, attraverso una procedura guidata in pochi step, una campagna di promozione dei contenuti, tuttavia è un’opzione sconsigliabile: sebbene la promozione sia molto più semplice, la personalizzazione e le possibilità di definizione della campagna advertising sono estremamente limitate.

L’opzione migliore è impostare le campagne da Business Manager, grazie al quale si possono selezionare in modo molto approfondito filtri e specifiche desiderate.

Conclusioni

Abbiamo visto alcuni falsi miti che traggono in errore moltissime persone che cercano di crescere su Instagram. Vuoi ricevere una consulenza sul tuo caso specifico? Non esitare a contattarci!

1 commento

  1. La Simonetta

    Salve,

    quali hashtag consigliate per un’agenzia funebre con sede a Milano? Ho dato un’occhiata a Taffo ma la loro comunicazione è molto strong.

    Consigli?

    Grazie

    Rispondi

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