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Privacy Internet: i cookies e le e-mail promozionali sono il vero problema?

Privacy Internet: i cookies e le e-mail promozionali sono il vero problema?

Evoluzione della privacy sul web

Il termine “spam” (da spamming, spammer, ndr) viene usato quotidianamente per indicare tutte quelle e-mail che riceviamo incessantemente e che neppure apriamo, ma è davvero tutta posta spazzatura (junk mail, ndr) oppure le cose non sono esattamente quelle che sembrano? Vediamolo insieme.

Dal 2 Giugno 2015 il Garante per la protezione dei dati personali, ha regolamentato l’utilizzo dei cookies con finalità differenti da quelle prettamente tecniche, come quelli utilizzati per fini statistici o di analisi, pubblicitari, quelli relativi ai social network, destando non poca preoccupazione a chi gestisce un sito di qualsiasi natura e per qualsiasi piattaforma, ma anche a chi naviga in rete quotidianamente, perché ha in parte si è lasciato intendere che qualche cosa che non era lecito fosse esteso all’intero mondo web.

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Esempio di banner che informa l’utente che il sito utilizza cookies

Chi non rispetterà la normativa vigente, e non avviserà quindi l’utente di quale tipo di cookie si faccia uso e per quali fini, rischierà delle sanzioni pesanti. E’ bene precisare chi lavora nel settore della comunicazione telematica, ha da tempo adottato politiche trasparenti per la gestioni dei dati degli utenti, come indicato dalla normativa che regola l’invio delle e-mail promozionali e commerciali, molto più rigida.

 

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Le mail pubblicitarie regolamentate molto prima dei cookies

In realtà la normativa che regolamenta i cookies non è altro che una estensione di quella che regolamentava lo spamming, con riferimento al d.lg. 196/2003 che ha delineato con maggiore precisione quello cui un utente è soggetto nel momento in cui utilizza Internet, perché con la Legge 675 del 1996 e successivi d.lg. si era soprattutto costituito il diritto alla privacy che ogni persona fisica può esercitare; negli anni successivi quindi, sia a livello Europeo che Italiano, si è esteso tale diritto anche alle identità virtuali e a tutti gli strumenti telematici con i quali si viene in contatto, oltre che per gli stessi luoghi di lavoro e i fornitori di servizi internet.

Oggi l’utente è giustamente tutelato dal Garante e dalla Legge, e può scegliere se visitare un sito web o meno oppure sapere in anticipo come i dati statistici che egli stesso genera verranno utilizzati e decidere se permettere che ciò avvenga in modo del tutto indipendente. Questo per quanto riguarda la navigazione web, sia che essa avvenga attraverso un pc oppure un tablet o uno smartphone.

 

E per quanto riguarda le mail di “spam”?

In questo caso prima di tutto sarebbe opportuno capire che cosa è veramente spam e cosa non lo sia, spesso delle mail con un fine pubblicitario o promozionale, vengono taggate come spam dai grandi player che a loro volta forniscono servizi di posta elettronica gratuiti, così come dai proprietari degli account stessi.

Tuttavia ci sono aziende che offrono web application o servizi gratuiti e che in cambio chiedono all’utente l’accettazione di un accordo tale per cui gli si possa inviare direttamente promozioni o altre comunicazioni con finalità commerciali ma del tutto lecite e soprattutto trasparenti e comprensibili.

La normativa che in Italia regolamenta lo spamming è decisamente più dura di quella da poco introdotta per i cookies, risale al 29 Maggio 2003 e per semplificarvi le cose vi diremo che sostanzialmente è ritenuto un comportamento illecito inviare delle mail con al fine di ottenere un profitto se inviate da un indirizzo anonimo, se prive delle indicazioni del trattamento dati, se non è stata verificata l’accettazione di tale servizio da parte dell’utente (e il consenso deve essere conservato), se il destinatario stesso non ha modo di contattare il mittente e di richiedere la cancellazione dei propri dati o del servizio di mailing. Se uno o più dei punti citati sopra non vengono rispettati, allora la mail promozionale si trasforma in vero spam e diventa per legge un reato anche penale.

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Il vero spam è ormai anche veicolo di malware, phishing e altre tipologie di attacco criminoso, quello che si vuole evidenziare è che a volte ci si sofferma poco sul fatto che le e-mail pubblicitarie e promozionali sono innocue per la nostra salute e permettono alle aziende di poter continuare a sostenere in parte i propri servizi oltre che generare occupazione.

 

Che fine possono avere le e-mail pubblicitarie lecite?

Un esempio, pensate di essere stati in un agriturismo questa estate e che l’esperienza via sia particolarmente piaciuta, nel momento in cui vi si chiedesse il consenso di potervi inviare delle mail per tenervi aggiornati sulle offerte e sugli eventi, direste forse di no? Con un sì aiuterete quell’attività a sostenersi. E ancora, se poteste accedere ad un sito che vi fornisse documentazione e manuali di qualsiasi tipo, senza pagare nulla ma accettando di ricevere qualche e-mail promozionale, non fareste la stessa scelta? Se per partecipare ad un concorso, invece di dover pagare un biglietto o un gratta e vinci, doveste solo lasciare la vostra e-mail per ricevere qualche messaggio pubblicitario, non vi iscrivereste subito?

Se la pubblicità e le promozioni sono sane, se chi vi manda tale mail si firma, se vi darà la possibilità di eliminare i vostri dati personali in qualsiasi momento, se risponderà alle vostre lamentele e comunque non invaderà la vostra privacy, non consideratelo uno spammer, perché questi è una cosa ben diversa.

 

I player di posta elettronica gratuita per chi parteggiano?

Vediamo come sempre più spesso i principali servizi di posta elettronica gratuiti, con la scusa che i filtri anti-spam e anti-virus debbano essere più intelligenti ed efficienti, taggano come spam la maggior parte dei messaggi, a volte persino le loro stesse comunicazioni di servizio vengono considerate tali, persino un’autorità come il creatore di Linux se l’è presa con Google perché il suo account GMail eliminava e taggava la maggior parte delle mail e comunicazioni di lavoro (fonte: Linus Torvalds VS GMail).

Un dubbio è lecito: visto che essi per primi sono molto aggressivi commercialmente e spesso poco inclini a spiegare i loro termini di servizio (ToS, ndr), non è che così facendo avvantaggiano solamente loro stessi e frenano la crescita di molte altre aziende facendo di tutto lo spam un fascio? Eppure nel frattempo sui loro server vengono lasciate migliaia e milioni di email certamente più sensibili ti tutto il resto e quasi nessuno si oppone. 🙂

 

Approfondimenti

 

(immagine http://mr-friulivg.com)

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  1. I 7 meccanismi che bloccano le tue email: impara a conoscerli - […] di spam o di phishing si sono evoluti molto negli ultimi anni, al punto tale che come abbiamo visto…

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