Tra le tendenze del web design, non tutte si dimostrano nel tempo funzionali a favorire il successo di un sito, determinando una buona User Experience e favorendo la permanenza dell’utente all’interno di un sito.
Gli aspetti su cui porre attenzione sono diversi e riguardano tanto la struttura e la navigabilità, quanto i contenuti mirati a favorire un’azione da parte dell’utente, altri ancora interessano in generale l’estetica del sito, in termini di chiarezza, piacevolezza, originalità del design.
A chi non è capitato di abbandonare un sito esasperati da insistenti pop-up che chiedono di condividere un contenuto prima ancora di averlo letto, da inviti ripetuti in tutte le pagine a iscriverti a servizi che non tengono conto di un nostro precedente disinteresse o rifiuto espresso, da video e audio che partono in automatico a cui dare la caccia in pagina per poterli interrompere, da design che stupiscono in originalità al punto da disorientarci completamente.
Forse andrebbe premesso, a costo di sembrare banali, che nello sviluppare un sito, soprattutto se orientato alle conversioni, va innanzitutto tenuto presente che:
- non è tutto oro quello che luccica, ovvero le tendenze non vanno sposate e seguite ciecamente, ma valutate criticamente e sempre in relazione al proprio contesto e ai risultati che ci si attende;
- quando tutto è importante, nulla è importante, ovvero sovraccaricare non paga ed evidenzia solo una mancata capacità di operare scelte chiare in termini di ordine, importanza e gerarchia degli elementi;
- l’utente sceglie sempre, ovvero per un click con cui si può cadere in trappola, ce n’è un altro con cui se ne può uscire.
Ma analizziamo ora in dettaglio alcune tendenze piuttosto diffuse.
Sliders
Siti personali o aziendali, e-commerce, blog, quante volte li abbiamo visti aprirsi con slider, sempre più grandi, fullwidth, fullscreen, con immagini, video, audio.
Eppure, oltre ad esserne ormai un po’ stanchi per il troppo abusarne, sono poi sempre stati così efficaci?
- Usati spesso in senso estetizzante e/o emozionale, rappresentano facilmente degli elementi di distrazione, che possono mancare di orientare l’utente verso contenuti/azioni più importanti.
- Includendo più immagini, prevedono l’impegno da parte dell’utente a scorrerle, comportamento per niente affatto scontato, con il risultato che il solo contenuto della cui fruizione si può essere certi resta comunque delegato alla prima slide.
- Non sempre opportunamente aggiornati, determinano una home page che può presentarsi all’utente sempre uguale nella sua prima e più importante area visibile, dando l’impressione che il sito non venga seguito e aggiornato.
- Richiedendo immagini di grandi dimensioni e utilizzando Javascript, comportano un aggravio in termini di tempi di caricamento, e su mobile risultano in tal senso ancora più penalizzanti.
Pop-up
Strumento potenzialmente interessante per veicolare informazioni mirate, di carattere temporaneo, utili a favorire la navigazione, a notificare errori o evidenziare il risultato di un’azione, si sono trasformati nel tempo in una prassi invasiva per forzare l’attenzione dell’utente.
Se pensiamo poi a quanto in questi anni la struttura e l’aspetto delle pagine web sia cambiato in direzione di una significativa integrazione con elementi animati – a comparsa, sull’hover, in svariate posizioni fisse in pagina – è chiaro che al sommarsi con pop-up il risultato sia un sovraccarico di stimoli che possono distrarre piuttosto che agevolare in termini di User Experience.
L’utilizzo di pop-up andrebbe quindi valutato con attenzione, tenendo ad esempio presente che:
- un banner può servire perfettamente allo scopo di veicolare un messaggio pubblicitario o l’invito ad un’azione, e il ricorrere al suo posto ad un più intrusivo pop-up, anziché attirare l’attenzione, potrebbe ottenere l’effetto opposto;
- i pop-up che cercano di giustificarsi abusando di iperboli o peggio ricattano comunicando concetti negativi in caso di disinteresse da parte dell’utente, oltre che fastidiosi suonano spesso banalmente ridicoli;
- reiterare su più pagine il medesimo messaggio, senza un controllo che verifichi una precedente azione fatta dall’utente su di esso – chiusura o conferma di un’azione che sia – esaspera e porta in molti casi all’abbandono del sito;
- l’abitudine di dislocare in posizioni poco usuali e talvolta esplicitamente poco visibili il bottone di chiusura del pop-up, è quanto di più offensivo per l’intelligenza dell’utente che, in caso di difficoltà nell’individuarlo, può sempre banalmente chiudere l’intera pagina.
Video e audio
Negli ultimi anni il ricorso a contenuti video e audio si è fatto sempre più significativo nel Web.
Ma volendo sfruttarne le potenzialità, occorre non abusarne e soprattutto lasciare quanto possibile l’utente libero di scegliere se e quando accedervi.
I video che compaiono improvvisamente a fondo pagina sovrapponendosi al contenuto che si sta consultando risultano già abbastanza fastidiosi, ma niente è peggiore di video con relativo audio che partono improvvisamente e che, dislocati in posizioni non immediatamente raggiungibili all’interno della pagina, esasperano l’utente.
Animazioni
Sicuramente in questi anni abbiamo assistito a un’evoluzione nell’uso di elementi animati, sia in termini di design che di funzionalità. Uno tra i vantaggi è sicuramente quello di poter separare una prima porzione di contenuti da un successivo livello di approfondimento senza passare ad altra pagina, ivi incluse azioni che, solo a richiesta dell’utente, sono effettivamente rese disponibili.
Un certo minimalismo in generale non può che portare a maggiore immediatezza in termini di leggibilità, ma anche in questo caso occorre avere una chiara visione della gerarchia degli elementi, in termini di usabilità e rispetto agli obiettivi del proprio sito.
Quanto all’uso di animazioni inutili e anche un po’ autocelebrative, la memoria corre alle stucchevoli gif animate che appestavano il Web 1.0 e alla loro meritata estinzione.
Siti Desktop e siti Mobile
Infine un’ultima breve serie di osservazioni meritano alcune tendenze che nascono dall’esigenza di rendere accessibili i siti su tutti i dispositivi:
- separare siti desktop e siti mobile, anziché rendere responsive uno stesso sito, oltre a comportare un aggravio di lavoro in termini di aggiornamento, non risulta pagante quando il loro aspetto diverge al punto da disorientare un utente nel momento in cui passa da un dispositivo ad un altro;
- l’aspetto che assumono alcuni elementi nel mobile, come ad esempio i menu compressi, nasce da esigenze imposte dalle caratteristiche stesse dei dispositivi mobile, in termini di dimensione del display e risoluzione. Utilizzare questi aspetti su desktop, dove lo spazio non manca, suona un po’ come fare il verso a uno stile nuovo, che però nasce da esigenze reali e non da velleità di design. Oltretutto si può anche scadere nel grottesco quando si è i primi a non essere sicuri della propria scelta o non si confida nell’alfabetizzazione dell’utente, al punto da delegare ad una frase o ad un elemento grafico più ampio la spiegazione che quello è un menu…!
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